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Whistleblowing ex D.Lgs. 24/2023 – I canali di segnalazione interni

Il D.Lgs. 10 marzo 2023, n.24 ha introdotto, come noto, diversi nuovi adempimenti per le imprese in materia di whistleblowing, oltre ad aver ampliato la platea delle imprese per le quali vige l’obbligo di adottare canali di segnalazione per il whistleblowing.

In vista dell’ormai imminente scadenza del 17 dicembre 2023, permangono diversi dubbi che derivano da una scrittura del disposto normativo poco chiaro e pieno di anche, ovvero ed oppure.

I canali di segnalazione interni

Mentre con la legge 179/2017 era obbligatorio dotarsi di canali informatici (“canali, di cui almeno uno informatico”), ora è caduto questo obbligo, dal momento che si parla di segnalazioni in modalità scritta, “anche con modalità informatiche”. Per altro, in altro articolo di legge, la norma parla di canali che garantiscano, “anche tramite il ricorso a strumenti di crittografia”, la riservatezza dell’identità della persona segnalante. Risulta chiaro che questa best practice riguarda i canali informatici.

Canali di segnalazione analogici vs digitali

Le piattaforme web per il Whistleblowing in commercio garantiscono elevati standard di sicurezza, anche perché quel “anche tramite il ricorso a strumenti di crittografia” va preso alla lettera, vista la forte attenzione del Garante della Privacy su tali strumenti.

Meglio allora affidarsi a canali “analogici”, meno soggetti a possibili sindacati di inidoneità?

A parere di chi scrive, i canali analogici, di cui faremo nel seguito una casistica, non riescono a garantire altrettante tutele dei canali informatici, oltre ad essere, per il potenziale segnalante, meno agevoli.

  • Per la posta ordinaria, le Linee Guida ANAC suggeriscono modalità bizantine, con le quali andrebbe inserita in una busta la segnalazione, in un’altra l’identità del segnalante ed il suo documento (ma chi ce l’ha?) ed il tutto in una terza busta. E quali misure di sicurezza garantiscono che la posta non venga aperta da soggetti diversi dal gestore?
  • La Guida Operativa di Confindustria indica la possibilità di spedire raccomandate (ma quale migliore modo per tracciare il mittente?) o il deposito fisico presso cassette ad hoc situate in luoghi riservati che per la loro ubicazione possano garantire la riservatezza dell’identità del segnalante (non mi vengono in mente, però, soluzioni adeguate)
  • Si potrebbe istituire una casella postale, ma poi il Gestore dovrebbe recarsi ogni settimana per sempre, anche in assenza di qualunque corrispondenza

Senza considerare la scomodità, per il segnalante, di mandare una corrispondenza ordinaria, visto che le tradizionali buchette della posta sono ormai scomparse.

La piattaforma web come canale di segnalazione interno

In considerazione di quanto sopra, riteniamo che questa sia la soluzione più semplice, efficace e sicura:

  • Garantisce che la segnalazione sia letta dal solo Gestore
  • Tutela la riservatezza del segnalante, del segnalato e del contenuto con le migliori tecnologie disponibili
  • Implementa, di norma, anche una casella vocale garantendo così al segnalante di poter lasciare un messaggio verbale (canale obbligatorio per legge)
  • Permette di poter caricare sulla piattaforma eventuali verbalizzazioni di incontri diretti con il segnalante, che altrimenti dovrebbero essere custoditi fisicamente in luoghi sicuri
  • Comporta un piccolo costo per un’impresa, ma poi di norma facilita anche l’affidamento dell’incarico di Gestore dei canali di segnalazione interni.

AUTORE

Consulente di organizzazione aziendale e sistemi di gestione dai primi anni ‘90, si occupa di Modelli Organizzativi ex D.Lgs.231 dal 2002. E’ presidente o membro permanente di Organismi di Vigilanza in numerose società, anche di rilevanza nazionale. E’ membro di numerosi Comitati Tecnici costituiti in seno alle principali Associazioni di Categoria e relatore a seminari e convegni di rilevanza nazionale.