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Reati tributari e Modello Organizzativo ex D.Lgs.231: fattispecie insidiose

L’introduzione nel D.Lgs. 231 dell’art. 25 quinquiesdecies – Reati Tributari – è stata per la maggior parte delle imprese l’occasione per aggiornare il Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231.

Ad alcuni anni di distanza e considerando i primi procedimenti per responsabilità amministrativa ex D.Lgs.231, possiamo confermare quanto scritto agli esordi di questa nuova disciplina, ovvero come la fattispecie più insidiosa sia quella relativa all’art. 2 del D.Lgs. 74/2000 Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Reati tributari a seguito di operazioni inesistenti

Mentre alcuni dei reati tributari introdotti si caratterizzano per una forte volontà decettiva, altri – ci riferiamo in particolare all’art.2 del D.Lgs. 74/2000 – hanno una probabilità di accadimento che va oltre la volontà di realizzare un’evasione fiscale e per nulla trascurabile.

Se è vero che il reato si consuma nel momento della compilazione ed invio delle dichiarazioni fiscali, è altresì vero che il prodromo del reato è da ricercarsi nel ciclo passivo che sta a monte, dal momento che una volta che una fattura od altro elemento passivo sono state autorizzate e registrate in contabilità, è quasi inevitabile che tale evento abbia i suoi effetti nelle dichiarazioni fiscali.

E’ pertanto assai frequente che tale reato venga contestato tutte le volte che un’operazione passiva risulta oggettivamente o soggettivamente inesistente, in tutto o in parte. Si noti che l’inesistenza non presuppone sempre una volontà di evasione, ma è più spesso l’esito di un’operazione opaca o non adeguatamente tracciata. Alcuni esempi per capire meglio:

  • Consulenze utilizzate per mascherare altre operazioni (si pensi al recente fatto di cronaca giudiziaria nella quale una società avrebbe utilizzato lo strumento della consulenza per elargire somme di denaro a soggetti non titolati a riceverle in altra forma)
  • Noli a freddo o caldo, in edilizia, per mascherare divieti di subappalto
  • Appalti di facchinaggio o pulizie, dove la prestazione erogata non sia adeguatamente ed oggettivamente tracciata

Esempi di questo tipo se ne potrebbero fare tanti e non propriamente fraudolenti, bensì, spesso, negligenti.

I protocolli per la prevenzione dei reati tributari nel Modello Organizzativo ex D.Lgs.231

Sono dunque due i processi sui quali occorre concentrare l’attenzione per adottare efficaci protocolli di prevenzione del rischio:

  • Il ciclo passivo, con particolare riguardo ad elementi passivi afferenti a servizi od altri aspetti intangibili
  • La redazione delle dichiarazioni fiscali

Nel primo caso, però, il Modello Organizzativo ex D.Lgs.231 doveva avere già previsto, anche prima dell’introduzione dei reati tributari, un solido presidio sul ciclo passivo a tutela dei rischi afferenti alla creazione di provviste extracontabili. Pertanto nulla di nuovo dovrebbe comportare tale novità, anche se l’occasione dell’aggiornamento del Modello Organizzativo per i reati tributari dovrebbe essere il momento più opportuno per verificare l’effettiva solidità ed effettività dei controlli in essere sul ciclo passivo.

Per quanto riguarda invece la redazione delle dichiarazioni fiscali, momento nel quale si consuma in concreto il reato, ogni azienda ha già un sistema di controllo per non incorrere in errori nella compilazione, nel calcolo delle imposte, ecc… Controlli che possono essere interni, nelle aziende più strutturate, od affidate a consulenti esterni negli altri casi.

Nell’un caso e nell’altro, però, raramente questi controlli sono tracciati, il che, come è ovvio, contrasta con i principi propri del Modello Organizzativo ex D.Lgs.231.

AUTORE

Consulente di organizzazione aziendale e sistemi di gestione dai primi anni ‘90, si occupa di Modelli Organizzativi ex D.Lgs.231 dal 2002. E’ presidente o membro permanente di Organismi di Vigilanza in numerose società, anche di rilevanza nazionale. E’ membro di numerosi Comitati Tecnici costituiti in seno alle principali Associazioni di Categoria e relatore a seminari e convegni di rilevanza nazionale.