Il Modello Organizzativo ex D. Lgs. 231/2001 e le frodi aziendali
Cosa è la frode?
Il termine “frode” , pur racchiudendo al suo interno una molteplicità di aspetti, può essere definito come l’abuso del proprio ruolo per un arricchimento personale facendo leva sull’utilizzo degli asset e delle risorse aziendali e ponendo in essere un qualsiasi atto illegale e intenzionale caratterizzato da raggiro, occultamento e abuso di fiducia.
Le suddette azioni possono essere compiute da soggetti direttamente collegati alla società, frodi interne, oppure da soggetti terzi con una propria e indipendente organizzazione criminosa, frodi esterne.
Perché si compiono le frodi?
La risposta è contenuta nel cosiddetto Fraud Triangle, un modello elaborato nel 1973 dal sociologo americano Cressey, secondo il quale la frode può essere causata da 3 diversi fattori, considerati determinanti in qualsiasi valutazione del rischio di frode:
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Pressione: deriva da fattori interni (alte performance o obiettivi aziendali) o esterni (urgente bisogno di denaro) all’organizzazione e, se eccessiva, può indurre una persona a commettere una frode.
Opportunità: può essere generata dalla consapevolezza dell’autore della frode in merito alla presenza di punti deboli societari.
Razionalizzazione: avviene quando l’autore della frode riesce a giustificare a sé stesso la frode realizzata.
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Di seguito, con ausilio di una “mappa”, sono identificate le principali tipologie di frode e le casistiche possibili all’interno di ciascuna categoria:
Prevenire è meglio che curare?
Le misure preventive sono sicuramente migliori delle azioni riparatorie in seguito alla scoperta di una frode, ma sono anche le più complicate da implementare e recepire all’interno dell’azienda.
Per questo motivo sono state fissate precise linee guida in soccorso delle società che vogliano tentare di combattere il sempre più frequente fenomeno delle frodi, che stando alle ultime ricerche provoca una perdita pari al 5% annuo del fatturato aziendale.
Prima di tutto occorre che l’organo amministrativo svolga precise analisi e valutazioni delle aree di rischio, dei soggetti esterni con cui la società intrattiene rapporti, ma approfondisca anche la conoscenza dei propri dipendenti; tutto ciò grazie a check-up interni o esterni che consentono la raccolta di informazioni e documentazioni fondamentali al fine di identificare le criticità aziendali e il successivo piano di lavoro per appianarle.
Il passaggio successivo è rappresentato dalla determinazioni dei principi etici cui la società vuole uniformarsi e la conseguenza formazione interna del personale, predisponendo strumenti atti a facilitare le segnalazioni da parte dei dipendenti di comportamenti anomali e contrari al codice etico di propri colleghi. Quest’ultimo passaggio risulta essere di notevole importanza alla luce degli ultimi studi che rilevano come prima causa di scoperta della frode il cd. whistle blowing, cioè la segnalazione dei dipendenti.
Il completamento della creazione di un efficace sistema di controllo si conclude con la realizzazione, monitoraggio e successivo aggiornamento da parte di un Organismo di Vigilanza esterno (il quale dovrà in ultimo implementare un sistema sanzionatorio per le eventuali violazioni), di un modello organizzativo e comportamentale, coerentemente a quanto stabilito dal D.Lgs 231/2001, che abbia come obiettivo principale quello di standardizzare l’attività dei soggetti aziendali operanti nelle aree di maggior rischio al fine di contenere il rischio di frode entro una soglia accettabile e più facilmente prevedibile.
AUTORE
Oltre 30 anni di esperienza nella consulenza societaria, tributaria e operazioni societarie straordinarie (fusioni, scissioni, conferimenti, compra-vendita di aziende e/o partecipazioni societarie); esperto di valutazioni aziendali e/o societarie; esperto in creazione modelli organizzativi ex D. Lgs. 231/2001 e membro di numerosi organismi di vigilanza.